mercoledì 8 ottobre 2014

Una buona notizia da Napoli: la Galleria Borbonica, da luogo di degrado a risorsa per la città

Giovanni Lucianelli

E' davvero una bella storia, quella della galleria Borbonica di Napoli. Una storia di un luogo strategico della città, poi a lungo abbandonato e riscoperto oltre 8 anni fa da due speleologi che, inviati dal Commissariato di Governo per l'Emergenza Sottosuolo ad effettuare un rilievo nella zona, hanno intuito che oltre quella coltre nera di detriti che gli si parò davanti in quell'anfratto nella zona di via Morelli, ci poteva essere dell'altro.
Prima, però, facciamo un passo indietro. Secondo quanto racconta la guida “Napoli insolita e segreta”, di Valerio Ceva Grimaldi e Maria Franchini pubblicato di recente dall'editore Jonglez (disponibile in tutte le librerie), il Tunnel (nella foto resa disponibile dalla Galleria Borbonica) fu voluto da Ferdinando II di Borbone, che nel 1853 incaricò l’architetto Errico Alvino di progettare un passaggio strategico sotto il Monte Echia, tra il Palazzo Reale e Piazza Vittoria. Il passaggio permetteva alle truppe acquartierate nella caserma di via Pace (caserme ancora presenti, nell'attuale via Domenico Morelli) di raggiungere rapidamente la Reggia e, nel contempo, alla famiglia reale di sfuggire ad eventuali invasori. Nel corso dei lavori Alvino incontrò molti ostacoli, in particolare alcune cisterne ancora in uso che non potevano essere di certo rimosse o chiuse, pena lo stop all'approvvigionamento dell'acqua in alcuni edifici presenti sulla collina di Monte Echia. E così pensò bene di costruire dei ponti sotterranei, una mirabile soluzione che gli permise di superare il problema e proseguire lo scavo della galleria. Il Tunnel, lungo 431 metri, arrivò fin sotto Piazza Carolina, in un cortile alle spalle del colonnato di Piazza del Plebiscito, poi i lavori furono interrotti, per ragioni economiche (sprechi di denaro ed opere incompiute non hanno età, evidentemente), ma anche per i sopravvenuti cambiamenti politici. Durante la seconda guerra mondiale parte della galleria e delle cisterne abbandonate furono trasformate in ricovero antiaereo provvisto di impianto elettrico e servizi igienici. Successivamente, e fino al 1970, gli spazi furono utilizzati come deposito giudiziale comunale, dove vennero lasciate decine di auto e moto sequestrate (ancora visibili).
E così arriviamo ai giorni nostri. Il luogo è stato del tutto ripulito, ed ora “vive” attraverso le numerose iniziative culturali che vi si svolgono, e alle visite che sono organizzate, in piena sicurezza, il venerdì, il sabato e la domenica. Scegliendo il percorso denominato “avventura” dai responsabili dell'associazione Borbonica sotterranea, sarà così possibile inoltrarsi in una galleria cieca, costruita al termine degli anni '80 per una linea metropolitana progettata in occasione dei mondiali di calcio del 1990 e mai completata. La galleria è ora parzialmente allagata dall'acqua, che s'infiltra nel sottosuolo, e viene attraversata su una zattera. Il tutto, nel totale silenzio e a circa 15 metri esattamente al di sotto dell'affollata e notissima piazza Plebiscito.
E così, da luogo completamente abbandonato e destinato al degrado più completo, da qualche anno la galleria Borbonica è rinata grazie alla passione dei due speleologi “scopritori”, Gianluca Minin ed Enzo de Luzio (presidente e vicepresidente dell'associazione), e a quella dei volontari che tuttora collaborano alla gestione, diventando una risorsa per l'intera città. Il Tunnel è visitato da migliaia di turisti ogni anno, dà lavoro a una ventina di ragazzi che accolgono i visitatori in tre lingue, conducendoli attraverso le cisterne, i tunnel e finanche, per chi sceglierà il percorso “speleo”, permetterà loro di trasformarsi in emuli di “Indiana Jones” con tanto di tuta speleologica, caschetto e torcia, facendo provare l'emozione di superare un'enorme cisterna correndo su un ponte tibetano sospeso a sei metri d'altezza. Ma non finisce qui. L'associazione che gestisce il Tunnel sta continuando a ripulire il sottosuolo, e a brevissimo aprirà al pubblico l'ultima scoperta: il rifugio dove si riparava dai bombardamenti della seconda guerra mondiale l'attuale presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
L'impegno, però, continua: chiunque voglia volontariamente collaborare alla campagna di scavo e di ripulitura dei cunicoli e dei rifugi ancora invasi dai detriti è assolutamente benvenuto. Chi vuole dare una mano può scrivere a mail@tunnelborbonico.info o visitare www.tunnelborbonico.info.