Chirurgia endovascolare, imaging e trattamento ibrido per la cura delle patologie dell'aorta toracia e addominale: tecniche all'avanguardia che riducono i rischi post operatori, la degenza in ospedale e che abbattono i costi di circa il 35%. Su questo si discuterà nel primo meeting nazionale "Basic course on endovascular treatment of thoracic aortic diseases" dalla Società italiana di chirurgia cardiaca che si terrà il 26 e 27 febbraio prossimi alle 9 nell'hotel Royal Continental di Napoli. Un incontro dove 23 tra i massimi cardiochirurghi italiani ed esteri si confronteranno inanzitutto sulla tecnica di riparazione endovascolare dell'aorta toracica. Secondi i dati più recenti infatti si calcola che in Italia l'aneurisma dell'aorta è la patologia cardiaca più diffusa e provoca circa 6.000 morti l'anno. Per far fronte a questo problema, il centro di Cardiochirurgia dell'azienda ospedaliera Federico II ha a disposizione una equipe d'eccellenza, punto di riferimento di tutto il Mezzogiorno, che pratica dai 60 ai 70 interventi all'anno. "La riparazione endovascolare dell'aorta toracica è in progressiva espansione - ha spiegato il docente di Cardiochirurgia della Federico II, Carlo Vosa - Permette di trattare pazienti anche in età avanzata, riducendo i tempi di ospedalizzazione e i rischi connessi a interventi fortemente invasivi". Secondo quanto ha spiegato Vosa, gli interventi all'aorta in passato richiedevano la sospensione della funzione cardio-respiratoria e della circolazione extracorporea mentre oggi, grazie allo sviluppo clinico, tecnologico e alle maggiori conoscenze in campo emodinamico, ci sono procedure di intervento minimamente invasive, a paziente sveglio, nella massima sicurezza e con tempi di ospedalizzazione ridotti a circa due giorni. "Il risparmio per il sistema ospedaliero è di circa il 35% - ha spiegato Vosa - Alcune protesi costano poco e rientrano nei tariffari regionali e sono rimborsate. Altre sono più costose e la Regione dovrebbe pensare a un fondo a parte". L'altro argomento che verrà trattato nel corso del meeting è l'aneurisma dell'aorta addominale che, secondo le stime più recenti, ogni anno in Italia ne vengano diagnosticate circa 230 mila, 20 mila dei quali in Campania.
mercoledì 24 febbraio 2010
Chirurgia endovascolare, Napoli all'avanguardia con un meeting
Chirurgia endovascolare, imaging e trattamento ibrido per la cura delle patologie dell'aorta toracia e addominale: tecniche all'avanguardia che riducono i rischi post operatori, la degenza in ospedale e che abbattono i costi di circa il 35%. Su questo si discuterà nel primo meeting nazionale "Basic course on endovascular treatment of thoracic aortic diseases" dalla Società italiana di chirurgia cardiaca che si terrà il 26 e 27 febbraio prossimi alle 9 nell'hotel Royal Continental di Napoli. Un incontro dove 23 tra i massimi cardiochirurghi italiani ed esteri si confronteranno inanzitutto sulla tecnica di riparazione endovascolare dell'aorta toracica. Secondi i dati più recenti infatti si calcola che in Italia l'aneurisma dell'aorta è la patologia cardiaca più diffusa e provoca circa 6.000 morti l'anno. Per far fronte a questo problema, il centro di Cardiochirurgia dell'azienda ospedaliera Federico II ha a disposizione una equipe d'eccellenza, punto di riferimento di tutto il Mezzogiorno, che pratica dai 60 ai 70 interventi all'anno. "La riparazione endovascolare dell'aorta toracica è in progressiva espansione - ha spiegato il docente di Cardiochirurgia della Federico II, Carlo Vosa - Permette di trattare pazienti anche in età avanzata, riducendo i tempi di ospedalizzazione e i rischi connessi a interventi fortemente invasivi". Secondo quanto ha spiegato Vosa, gli interventi all'aorta in passato richiedevano la sospensione della funzione cardio-respiratoria e della circolazione extracorporea mentre oggi, grazie allo sviluppo clinico, tecnologico e alle maggiori conoscenze in campo emodinamico, ci sono procedure di intervento minimamente invasive, a paziente sveglio, nella massima sicurezza e con tempi di ospedalizzazione ridotti a circa due giorni. "Il risparmio per il sistema ospedaliero è di circa il 35% - ha spiegato Vosa - Alcune protesi costano poco e rientrano nei tariffari regionali e sono rimborsate. Altre sono più costose e la Regione dovrebbe pensare a un fondo a parte". L'altro argomento che verrà trattato nel corso del meeting è l'aneurisma dell'aorta addominale che, secondo le stime più recenti, ogni anno in Italia ne vengano diagnosticate circa 230 mila, 20 mila dei quali in Campania.
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