mercoledì 27 maggio 2009

Intervista all'ad di Tirrenia, Franco Pecorini

Il risiko marinaro non fa perdere la calma a Franco pecorini,a.d. di Tirrenia Navigazione.In palio c'e' il controllo di una societa' che nel 2007 ha fatturato oltre 372 mln di euro con un utile di 15,3 mln (292 mln. di ricavi con 14 mln. di utile per la sola capogruppo),ma con 46 mln. di aiuti pubblici alla capogruppo e 135 mln. alle societa' regionali.Con l'indotto,Tirrenia garantisce un posto di lavoro a quasi 7 mila persone,quasi ttutte al sud.Il primo obiettivo,spiega Pecorini,e' difendere l'azienda e l'occupazione in un momento in cui continui e strumantali attacchi rischiano di distorcere l'immagine di una realta' leader del mercato.Lo strumento per riuscirci e' un nuovo piano industriale,concordato con l'intero arco sindacale,che prevede la privatizzazione della Tirrenia (l'advisor nominato ad aprile e' Credit Suisse) e il trasferimento gratuito alle Regioni delle Societa' territoriali che gestiscono in regime di servizio pubblico alcune tratte assicurate solo parzialmente dalle altre compagnie. Per le linee che hanno natura sociale continueremo ad operare in regime di convenzione,anche se per pochi anni,per le altre assicureremo dal 1° gennaio 2009 il servizio in condizioni normali di mercato:cosi puntualizzano i vertici della Societa',cui ruolo di operatore marittimo al servizio della collettivita' inizia a stare stretto, malgrado questo assicuri una generosa rendita pubblica. Ma alla Tirrenia gli aiuti statali vengono calcolati in altro modo:nel 2007 Tirrenia ha ottenuto finanziamenti per 46 mln. che pero' si sono ridotti appena a 9 mln,tolti gli sconti per residenti,le varie imposte e gli interessi maturati. Quindi,non ci sarebbe concorrenza sleale,ma un contributo minimo per il servizio pubblico. Anzi ricorda Pecorini negli uiltimi anni l'azienda e' riuscita a realizzare una imponente riconversione senza ricorrere ne ai licenziamenti ne alla cassa integrazione,o alla mobilita',per la riduzione del costo dl personale del 60%.E proprio questa continua attenzione all'occupazione ha disinnescato possibili contrasti con il sindacato,che ha sposato in pieno il nuovo piano industriale ed e' pronto a difenderlo in tutte le sedi,come assicura il segretario generale della UIL trasporti Giuseppe Caronia: Ci inpegneremo per sensibilizzare i vertici delle quattro Regioni interessate a condividere il programma di rilancio. Abbiamo realizzato un imponente opera di risanamento occupazionale,resa possibile dal senso di responsabilita' dei marittimi che hanno deciso di investire nella crescita della compagnia,rinunciando ad alcuni vantaggi del passato. Abbandonare ora il tragitto intrapreso sarebbe illogico e controproducente. E a proposito del tanto discusso regime delle convenzioni,Caronia sottolinea: Supereremo l'ostacolo dei controlli Ue sui finanziamenti statali,perche' siamo nella fase di avvio della privatizzazione. Condivido la posizione dell'assessore ai Trasporti della campania, Ennio Cascetta, sulla necessita' di trasferire subito alle Regioni non solo le struttur,ma anche i soldi pubblici,a patto che pero' razionalizzino le spese e offrano un servizio garantito agli utenti. Del tutto incomprensibile sottolinea Caronia e' invece,l'atteggiamento del Presidente della Regione Sardegna,Renato Soru,che vuole solo le risorse,ma non la societa' di navigazione.E i lavoratori,a questo punto,che fine farebbero?E infine chiarisce:Il sindacato non ha alcun pregiudizio nei confronti dei futuri acquirenti.italiani o stranieri.L'ideale sarebbe l'entrata in scena d un fondo,a cui si affancherebbe una piccola partecipazione Statale per garantire i livelli occupazionali.

(Economy, 23 Luglio 2008)

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