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mercoledì 10 marzo 2010
Il turismo campano alla Borsa di Berlino
Anche per l'edizione 2010 la Regione Campania è presente alla Borsa internazionale del Turismo di Berlino in programma da oggi e sino al 14 marzo. E' prevista la partecipazione di oltre venti operatori del settore. Verranno promossi i prodotti turistici delle filiere 'Terme' e 'Mare' con tutte le località delle Costiere Sorrentina e Amalfitana, delle isole di Capri, Ischia e Procida, del Cilento, e i principali eventi culturali che rappresentano una attrazione di alto livello per la primavera e per l'estate 2010. Il 12 marzo nell'area espositiva della Regione Campania l'assessore al Turismo e alle Attività Produttive incontrerà la stampa e gli operatori stranieri per illustrare le principali attività e presentare le iniziative di comarketing, ormai in via di assegnazione, finalizzate all'incoming turistico dai mercati internazionali di riferimento. Per quel che riguarda gli eventi e le manifestazioni, l'assessorato al Turismo, oltre a presentare l'imminente Maggio dei Monumenti di Napoli (www.comune.napoli.it) giunto alla sua sedicesima edizione e dedicato alle contaminazioni tra cultura partenopea e spagnola, farà una panoramica sui principali eventi e festival della prossima stagione. In primo piano i grandi festival di cinema, teatro, musica, tra cui il Giffoni Film Festival, l'Ischia Global Film and Music Fest, il Napoli Teatro Festival Italia, le Leuciane e Settembre al Borgo, il Festival di musica delle Ville Vesuviane, il Ravello Festival e i concerti del Teatro di San Carlo a piazza del Plebiscito. A chiudere la stagione estiva sarà il consueto appuntamento con la tradizione della Piedigrotta di Napoli, con i suoi carri allegorici e lo spettacolo di fuochi pirotecnici. Centrale nella promozione del territorio sarà anche la valorizzazione dei beni culturali con appuntamenti turistici dedicati ai grandi attrattori come gli Scavi di Pompei e la Reggia di Caserta con i percorsi di suoni e luci finanziati e promossi dalla Regione, dal titolo "Le Lune di Pompei" e "Percorsi di Luce nella Reggia", in programma già a partire dalla Pasqua. La partecipazione è stata curata dall' Ente Provinciale del Turismo di Napoli. Tutti gli eventi e gli appuntamenti della Campania sono sul sito www.incampania.com. "La Campania - sottolinea l'assessore regionale al Turismo Riccardo Marone - per l'appuntamento fieristico di Berlino, riservato al business, punta soprattutto alle sue eccellenze turistiche territoriali. Si parte dalle proposte di termalismo che sono tra le principali offerte per il mercato tedesco con oltre cento stazioni termali e con l'ospitalità alberghiera che spazia dai grandi hotel deluxe alle strutture dedicate a giovani e famiglie. L'altra filiera di maggior interesse è quella legata alle località di mare, sia le tradizionali mete come Sorrento, le isole, Positano e la costiera amalfitana, che le località della costa cilentana che si stanno affermando sia per il mare incontaminato che per una proposta turistica legata alla natura e allo sport".
mercoledì 3 febbraio 2010
Il caffè delle detenute di Pozzuoli
Fabrizio De André fu il primo a decantare la bontà del caffé fatto in carcere in 'Don Raffae''. E anche se la ricetta non sembra essere quella descritta nella canzone ("ch'a Cicirinella compagno di cella ci ha dato mammà") si annuncia di ottima qualità la bevanda nera che dieci detenute del carcere di Pozzuoli producono grazie ad un progetto di recupero sociale finanziato dalla Regione Campania. Si chiama Caffé Lazzarelle la speciale miscela di chicchi pregiati prodotto dalle detenute del carcere di Pozzuoli. L'iniziativa, presentata oggi alla stampa, è il frutto di un progetto finanziato dall'assessorato alle Politiche Sociali della Regione Campania e organizzato dalle associazioni 'Il Pioppo', 'Giancarlo Siani' e dalla cooperativa 'Officinae Ecs'. La speciale miscela è il frutto di una selezione effettuata tra le migliori produzioni coltivate in Brasile, Costa Rica, Colombia, Guatemala, India e Uganda. Nei locali dell'istituto penitenziario di Pozzuoli le dieci detenute tostano, seguono le fasi di asciugatura, macinano il caffé e si occupano della manutenzione dei macchinari. 'Caffe' Lazzarelle - ha sottolineato l'assessore regionale al Welfare Alfonsina De Felice rivolgendosi alle detenute - è un'ottima miscela per evitare di ricadere nella devianza e guadagnare in dignità attraverso il lavoro; offre un' opportunità di formazione e crescita professionale che abbassa il rischio di recidiva, inserisce in una filiera produttiva sana che dovrà allargarsi prevedendo una commercializzazione affidata ad una cooperativa sociale di cui potranno fa parte le detenute coinvolte nel progetto". Impacchettato in confezioni da 250 grammi dai colori rosa e argento, il caffé Lazzarelle è per la direttrice del carcere Stella Scialpi una "straordinaria opportunità di lavoro qualificato in carcere che ha come simbolo una bevanda che mette in relazione le persone". Mentre per don Tonino Palmese, referente dell'associazione Libera, si tratta di una "scommessa di coerenza, di credibilità e di riscatto". Tommaso Contestabile, provveditore generale degli istituti di pena ha sottolineato come "il caffé confezionato nel carcere di Pozzuoli sia un prodotto pronto per entrare nella rete commerciale".
lunedì 11 gennaio 2010
A Napoli il primo forum sulla "buona sanità": "Non dimenticare le eccellenze della Campania"
“Scrivere di buona sanità a Napoli non è stato difficile: le eccellenze a livello mondiale presenti in città e nella regione sono spesso offuscate dalle cattive notizie. Eppure in settori come la cardiochirurgia siamo all’avanguardia: è importante che i cittadini lo sappiano, per evitare che si affidino ai viaggi della speranza”. Giovanni Lucianelli, autore del volume “Buone notizie da Napoli” (Forumitalia Edizioni, in vendita nelle librerie e nelle edicole a 10 euro), ha introdotto così il forum sulla buona sanità che si è tenuto oggi presso la libreria Treves in Piazza del Plebiscito.
“In Campania c’è umanità e competenza”, ha affermato Gabriella Cundari, assessore regionale alle Politiche del Territorio. “Tra il medico e il paziente si viene a creare un forte vincolo: raccontare buone notizie, come avviene in questo volume, è fondamentale”.
“Abbiamo istituito un premio sulla buona sanità e abbiamo in programma tante altre iniziative”, ha ribadito Gabriele Peperoni, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Napoli. “Sappiamo di avere ottimi medici, ma c’è sempre più bisogno di sostenerli con strutture all’avanguardia e reparti organizzati nel migliore dei modi”.
A moderare l’incontro lo scrittore napoletano Simone Di Meo, autore della prefazione di “Buone notizie da Napoli”: “Sono tanti gli episodi che si discostano dall’idea di delinquenza, di malasanità e di criminalità che contraddistinguono la nostra regione: l’obiettivo è continuare a metterli in luce”.
Al forum hanno partecipato alcuni protagonisti di storie di “buona sanità”, autori di grandi gesti nell’ambito della loro professione. Secondo Carlo Vosa, direttore della Cardiochirurgia del Secondo Policlinico, “La nostra città potrebbe essere una capitale europea nel campo sanitario. Il problema è che la Campania progredisce troppo lentamente: è inammissibile, ad esempio, che vi siano ancora strutture con stanze da cinque letti”.
Paolo Rubino, responsabile del Laboratorio di Cardiologia Invasiva della Clinica Montevergine di Mercogliano, dal canto suo, ha posto l’accento sulle problematiche del rapporto con la politica: “Da parte delle istituzioni c’è poco interesse verso i medici: con una maggiore organizzazione sarebbe possibile creare una rete cardiologica campana, con benefici evidenti per i pazienti”.
Gli fa eco Claudio Vitale, primario di Neurochirurgia all’Ospedale Cardarelli di Napoli: “Chiediamo maggiore attenzione e organizzazione. Le amministrazioni degli ospedali sono costrette a reperire i fondi senza il sostegno delle istituzioni”.
Giuseppe Caianiello, responsabile della Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Monaldi di Napoli, ha, invece, rimarcato le difficoltà quotidiane a cui vanno incontro i cittadini stranieri: “C’è troppa diffidenza nei loro confronti, anche a causa di quanto l’opinione pubblica recepisce dai media”.
Pierluigi Cerato dell’assessorato regionale alla Sanità, si è soffermato sui conti del comparto in Campania: “Il nostro è un deficit ‘misterioso’: la sanità della nostra regione è come un acquedotto con enormi perdite. Il problema reale è che, allo stato, manca un modello organizzativo”.
All’incontro sono intervenuti anche esponenti della società civile che hanno raccontato il loro contributo di esperienze. Francesco Verde, con l’associazione “Gelsomina Verde”, ha promosso l’iniziativa “Un clown per amico”, “Finalizzata a portare messaggi di positività, attraverso la clown-terapia, ai bambini che si trovano negli ospedali”.
Francesco Emilio Borrelli, ex assessore alla Provincia di Napoli, ha sottolineato “L’importanza di avere una sanità che sia pubblica e aperta a tutti: seguire modelli, come quello americano, che prevedono la privatizzazione del comparto, potrebbe rivelarsi un errore fatale”.
Lucio Giacomardo, docente dell’Università Federico II di Napoli, ha rimarcato come i dati dimostrino che i casi di buona sanità sono di gran lunga superiori ai singoli episodi di malasanità, anche se la percezione proveniente dai media farebbe pensare al contrario. “Solo il 31% delle richieste di risarcimento danni da presunta malasanità, infatti, viene poi riconosciuto dalla magistratura, il che evidenzia che i due terzi dei reclami sono ingiustificati”.
Al forum di questa mattina hanno preso parte anche Carlo Gambalonga, vicedirettore vicario dell’Ansa, Flora Beneduce, primario degli Ospedali di Vico Equense e Sorrento e Domenico Labonia, responsabile dell’unità coronarica dell’Ospedale di Torre del Greco.
“In Campania c’è umanità e competenza”, ha affermato Gabriella Cundari, assessore regionale alle Politiche del Territorio. “Tra il medico e il paziente si viene a creare un forte vincolo: raccontare buone notizie, come avviene in questo volume, è fondamentale”.
“Abbiamo istituito un premio sulla buona sanità e abbiamo in programma tante altre iniziative”, ha ribadito Gabriele Peperoni, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Napoli. “Sappiamo di avere ottimi medici, ma c’è sempre più bisogno di sostenerli con strutture all’avanguardia e reparti organizzati nel migliore dei modi”.
A moderare l’incontro lo scrittore napoletano Simone Di Meo, autore della prefazione di “Buone notizie da Napoli”: “Sono tanti gli episodi che si discostano dall’idea di delinquenza, di malasanità e di criminalità che contraddistinguono la nostra regione: l’obiettivo è continuare a metterli in luce”.
Al forum hanno partecipato alcuni protagonisti di storie di “buona sanità”, autori di grandi gesti nell’ambito della loro professione. Secondo Carlo Vosa, direttore della Cardiochirurgia del Secondo Policlinico, “La nostra città potrebbe essere una capitale europea nel campo sanitario. Il problema è che la Campania progredisce troppo lentamente: è inammissibile, ad esempio, che vi siano ancora strutture con stanze da cinque letti”.
Paolo Rubino, responsabile del Laboratorio di Cardiologia Invasiva della Clinica Montevergine di Mercogliano, dal canto suo, ha posto l’accento sulle problematiche del rapporto con la politica: “Da parte delle istituzioni c’è poco interesse verso i medici: con una maggiore organizzazione sarebbe possibile creare una rete cardiologica campana, con benefici evidenti per i pazienti”.
Gli fa eco Claudio Vitale, primario di Neurochirurgia all’Ospedale Cardarelli di Napoli: “Chiediamo maggiore attenzione e organizzazione. Le amministrazioni degli ospedali sono costrette a reperire i fondi senza il sostegno delle istituzioni”.
Giuseppe Caianiello, responsabile della Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Monaldi di Napoli, ha, invece, rimarcato le difficoltà quotidiane a cui vanno incontro i cittadini stranieri: “C’è troppa diffidenza nei loro confronti, anche a causa di quanto l’opinione pubblica recepisce dai media”.
Pierluigi Cerato dell’assessorato regionale alla Sanità, si è soffermato sui conti del comparto in Campania: “Il nostro è un deficit ‘misterioso’: la sanità della nostra regione è come un acquedotto con enormi perdite. Il problema reale è che, allo stato, manca un modello organizzativo”.
All’incontro sono intervenuti anche esponenti della società civile che hanno raccontato il loro contributo di esperienze. Francesco Verde, con l’associazione “Gelsomina Verde”, ha promosso l’iniziativa “Un clown per amico”, “Finalizzata a portare messaggi di positività, attraverso la clown-terapia, ai bambini che si trovano negli ospedali”.
Francesco Emilio Borrelli, ex assessore alla Provincia di Napoli, ha sottolineato “L’importanza di avere una sanità che sia pubblica e aperta a tutti: seguire modelli, come quello americano, che prevedono la privatizzazione del comparto, potrebbe rivelarsi un errore fatale”.
Lucio Giacomardo, docente dell’Università Federico II di Napoli, ha rimarcato come i dati dimostrino che i casi di buona sanità sono di gran lunga superiori ai singoli episodi di malasanità, anche se la percezione proveniente dai media farebbe pensare al contrario. “Solo il 31% delle richieste di risarcimento danni da presunta malasanità, infatti, viene poi riconosciuto dalla magistratura, il che evidenzia che i due terzi dei reclami sono ingiustificati”.
Al forum di questa mattina hanno preso parte anche Carlo Gambalonga, vicedirettore vicario dell’Ansa, Flora Beneduce, primario degli Ospedali di Vico Equense e Sorrento e Domenico Labonia, responsabile dell’unità coronarica dell’Ospedale di Torre del Greco.
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mercoledì 10 dicembre 2008
Mega pile made in Caserta
Sul numero di Panorama Economy in edicola questa settimana è stato pubblicato un mio articolo intitolato "Mega pile made in Caserta".
Qui il link per visualizzare il sommario di Economy in formato .pdf.
Qui il link per visualizzare il sommario di Economy in formato .pdf.
mercoledì 5 novembre 2008
Il business resta in porto
Nel numero in edicola di "Panorama Economy" troverete un mio articolo intitolato "Il business resta in porto".
A questo link il sommario del numero di questa settimana.
IL BUSINESS RESTA IN PORTO
L'assessore regionale alle Attività produttive, Andrea Cozzolino, organizza un incontro tra imprese e operatori stranieri su una nave da crociera. Ma il progetto viene silurato da veti e gelosie.
di Giovanni lucianelli
Da «crociera delle eccellenze» a «Titanic del business»: il tutto in poco meno di un mese, il tempo necessario a far naufragare l'idea dell'assessore alle Attività produttive della Regione Campania, Andrea Cozzolino, di riunire per tre giorni piccole e medie imprese del terri¬torio e buyer stranieri su una nave, per sviluppare un circuito virtuoso di con¬tratti e scambi commerciali. Un'iniziativa andata a picco sotto le bordate dei colleghi di giunta, che hanno criticato la spesa, un milione di euro. interamente a carico delle casse regionali, e del mondo sindacale e imprenditoriale, i cui rappresentanti hanno lamentato uno scarso coinvolgimento.
Inevitabile il forfait della società cui era stata affidata l'organizzazione dell'evento, in programma dal 25 al 27 ottobre, nello scenario del Golfo di Napoli: Richmond Italia. Il motivo ufficiale sta nella mancata firma del contratto con Palazzo Santa Lucia, un ritardo che lo stesso assessore regionale ha motivato così: «Non è stato possibile siglare il contratto, perché Richmond non ha ancora for-malizzato lista e numero definitivo dei partecipanti, dato indispensabile per la determinazione dei costi e del contratto». È probabile, a questo punto, che le
parti finiscano in tribunale.
Il piano era ambizioso: a bordo di una delle ammiraglie del gruppo Msc - la «Melody» - avrebbero dovuto trovare ospitalità 120 rappresentanti di 60 aziende e 100 buyer (la metà stranieri, provenienti da Spagna, Francia, Gran Bretagna, Canada, Usa e Svizzera) per «valorizzare i rapporti con le piccole e medie imprese campane e potenziare le relazioni internazionali». In totale, oltre 400 i partecipanti a bordo, tra ospiti, relatori, rappre¬sentanti delle istituzioni e giornalisti. Sette i settori protagonisti (logistica, aerospaziale, filiera della casa, agroalimentare, riqualificazione del territorio, moda e biotech), ognuno caratterizzato da un prodotto o da un servizio di eccellenza «made in Campania».
La crociera era stata presentata in conferenza stampa agli inizi di ottobre con tanto di statistiche e di previsioni: poi, nel giro di qualche giorno l'iniziativa è «affondata». Prima sono arrivate le perplessità della stessa maggioranza di governo. L'unico a difendere Cozzolino è stato l'assessore al Turismo Claudio Velardi, che ha bollato come «provincialismo avvilente» le critiche alla manifestazione.
L'economista Mariano D'Antonio, titolare della delega al Bilancio, si è chiesto da dove arrivino i finanziamenti (un milione di euro), dal momento che nessuno lo ha avvisato del progetto. Confindustria Campania, Cisl e Confcommercio hanno lamentato il mancato «coinvolgimento del mondo associativo e sindacale nell'organizzazione del
l'evento». L'opposizione di centrodestra ha chiesto di annullare la crociera, a causa della crisi.Ma Cozzolino tira diritto: «Si fa così in tutto il mondo e ci attendiamo da questo appuntamento un grande ritorno, dal punto di vista dei contratti stipulati e delle relazioni intessute con i compratori internazionali, da parte delle imprese».
A conclusione di una settimana di litigi è arrivatala decisione di Richmond Italia di salpare verso altri lidi. Come probabilmente faranno quanti erano intenzionati a investire in Campania e che hanno avuto modo di intuire come si ragiona a queste latitudini.
Ottaviano, una rivista racconta la storia del boss Cutolo
Un altro articolo sulla collana "Vita da cattivi". Questa volta proviene dal portale "Il Mediano".
In edicola il bimestrale tascabile che ripercorre la vita criminale dei boss tra Napoli e Caserta, il secondo volume dedicato alla storia del boss di Ottaviano.
La storia del capo della Nco, in tutte le edicole di Napoli e Provincia. Questa l’iniziativa della Collana "Vita da Cattivi" diretta da Giovanni Lucianelli e Simone Di Meo; un percorso letterario per raccontare l’ascesa dei capi della malavita organizzata in tutta la Campania.
Il secondo volume dal titolo "Raffaele Cutolo, il creatore della Nco" vanta la prefazione del deputato Franco Barbato; al suo interno tutta la storia del capo della camorra ottavianese, fondatore della Nuova Camorra Organizzata ed attualmente in carcere condannato a nove ergastoli.
Il nuovo bimestrale tascabile è edito dalla ForumItalia Edizioni di Napoli e per i prossimi mesi continuerà a proporre le biografie dei personaggi della malavita campana, tra cui Vincenzo Mazzarella, il ras di San Giovanni a Teduccio.
Autore: Alessia Coscino
giovedì 19 giugno 2008
Una vita da cattivi: Francesco Schiavone
Esce il volume di "Vita da cattivi" su Francesco "Sandokan" Schiavone.
Tra i vari organi di stampa, la notizia è stata riportata anche da Casertasette.
UNA VITA DA CATTIVI:
FRANCESCO SCHIAVONE
Con intervista all’avvocato Michele Santonastaso.-
Elaborazione e commenti a cura di Ferdinando Terlizzi
Per la Collana “Vita da Cattivi“, diretta da Giovanni Lucianelli, ( a cura di Simone Di Meo e Vittorio Falco ), è uscito il primo numero dell’opera, dedicato a Francesco Schiavone: Sandokan.
Mentre prosegue quella dedicata ai camorristi napoletani: finora sono usciti i numeri dedicati a Eduardo Contini ( il boss in smoking, con prefazione di Sergio De Gregorio ) e quello a Luigi Giuliano ( il re di Forcella, con prefazione dell’on. Michele Florino, componente dell’Antimafia).
I volumetti tascabili – in bella veste tipografica – sono editi dalla ForumItalia Edizioni di Napoli e sono pubblicati quali supplementi della rivista omonima diretta da Emilia Velardi Colasanti il cui vice direttore è Simone Di Meo ( giornalista e autore, tra l’altro, di un interessante volume: “L’Impero della Camorra” – Vita violenta del boss Paolo di Lauro, padrino di Secondigliano”. Per i tipi della Nuova Narrativa Newton.
Il piano dell’opera dei boss napoletani prevede volumi dedicati a:
1. Giuseppe Misso, il padrino scrittore;
2. Raffaele Cutolo, il creatore della NCO;
3. Vincenzo Mazzarella, il generale dell’est;
4. Ciro Mariano, il sovrano dei Quartieri spagnoli;
5. Pietro Lago, l’impero del calcestruzzo;
6. Carmine Alfieri, il capo della cupola;
7. Vincenzo Licciardi, il secondiglianese;
8. Angelo Nuvoletta, il mafioso della sampania;
9. Mario Fabbrocino, il boss dei due mondi;
10. Ciro Sarno, il sindaco di Ponticelli;
11. Valentino Gionta, gli affari dell’area Sud;
12. Francesco Mallardo, il mago delle evasioni;
13. Francesco Schiavone, l’esercito di Sandokan.
Per le guerre di camorra e i segreti delle cosche
14. Sconsigliano
15. Portici.Ercolano
16. Sanità
17. Ponticelli
18. Forcella
19. San Giovanni a Teduccio
20. I tesori dei boss
21. Il vocabolario dei camorristi
22. La camorra Spa
23. I misteri dei clan
Mentre per quanto attiene invece alla collana dedicata ai boss casertani i volumi annunciati sono oltre a quello di Francesco Schiavone – Sandokan
1. Antonio Bardellino
2. Francesco Bidognetti
3. Augusto La Torre
4. Michele Zagaria
5. Antonio Jovine
6. L’offensiva dello stato
7. L’omicidio di Don Peppino Diana
8. Il processo Spartacus e primi pentimenti
9. L’Impero dei Casalesi
10. L’affare rifiuti Spa
11. Gli eredi dei Casalesi
IL BOSS COL MITO DI NAPOLEONE
Cinque anni vissuti nell'ombra, senza mai lasciare la sua terra. Lontano dai riflettori della cronaca, vicino, vicinissimo, agli affiliati e alla sua famiglia. Poi, l’arresto del capo dei capi della camorra casertana e la rivalsa dello Stato sullo strapotere della camorra che a Casal di Principe, Caserta e San Cipriano d'Aversa ha i volti e i nomi degli esponenti del clan dei Casalesi. La cattura di Francesco Schiavone, 54 anni capo indiscusso dell’organizzazione criminale nata alla fine degli anni Ottanta sulla scia della disfatta del gruppo di Antonio Bardellino segnò l'inizio della controffensiva dell'Antimafia in Terra di Lavoro. Innamorato del mito di Napoleone, Francesco Schiavone viene definito dagli inquirenti “una mente criminale di primissimo livello”, capace di intessere rapporti di affari con la politica e con gli imprenditori, di gestire flussi economici di portata milionaria e di imporre il suo potere di capoclan feroce astuto su un territorio tanto vasto quanto ambito dai sodalizi più forti della camorra campana, godendo dell’appoggio di esponenti della vita politica locale. Il primo arresto di Sandokan risale al 1972, quando Schiavone aveva appena 18 anni. Fu fermato per detenzione abusiva di armi, ma già si sospettavano legami con la criminalità organizzata. Come il padrino mafioso Totò Riina, anche Schiavone iniziò da giovanissimo ad inseguire il sogno di diventare un uomo d'onore. Disposti a tutto, pur di arrivare a brillare nel firmamento dei boss. Privi di scrupoli, senza porre alcun limite nella ricerca del denaro e del potere. E come Riina, Schiavone non si separò mai dalla sua famiglia: concepì due dei suoi sette figli durante la latitanza, sfidando a viso aperto lo Stato. L'ultima. figlia nacque nel marzo del 1997 nella clinica Ruesch di Napoli. ( N.d.R. Un figlio si è sposato proprio l’altro giorno in concomitanza con il funerale di Michele Orsi). Ma non furono questi gli unici punti di contatto tra il boss dei Casalesi e il padrino di Cosa nostra. Schiavone e Riina condivisero la cella nel carcere dell’Asinara. Con loro anche Augusto La Torre (poi passato a collaborare con la giustizia) e Luigi Venosa entrambi ritenuti capi dei clan che da loro prendono nome e che, negli anni Novanta, si opporranno proprio ai casalesi.
27 marzo 2008
Processo Spartacus in appello
"Gestione poco chiara dei pentiti"
Minaccia in aula, parla l'avvocato
Michele Santonastaso ( di Giorgio Amadori )
Nell'aula bunker del carcere di Poggioreale a Napoli giovedì 13 marzo è scoppiato un putiferio. L'avvocato Michele Santonastaso. difensore dei boss della camorra Francesco Bidognetti e Antonio lovine, ha letto ai giudici, tutto d'un fiato, 60 pagine con cui chiedeva di trasferire, per legittimo sospetto, il processo Spartacus contro il clan dei Casalesi. Il legale ha snocciolato intercettazioni e documenti, sconosciuti ai più, per dimostrare come i pentiti concordassero tra loro le proprie testimonianze. Non basta. Nelle trascrizioni d quattro telefonate, un collaboratore di giustizia, Carmine Schiavone. come riportato da Panorama, riferiva di pressioni “per accusare Berlusconi”. Ma tutto questo è passato in secondo piano. Il motivo? L'avvocato Santonastaso ha commesso una ingenuità e ha firmato le sue accuse a giornalisti (tra cui Roberto Saviano. autore del saggio Gomorra ) e magistrati (in particolare il pubblico ministero Raffaele Cantone) per nome e per conto dei due boss che difendeva. E le carte segrete del difensore sono immediatamente diventate per media e inquirenti un attacco della camorra alle istituzioni. Risultato: una cronista citata nell'atto e finita sotto scorta e la procura ha affidato a un gruppo di magistrati l'incarico di ricostruire i fatti e verificare l'entità delle presunte minacce. Stigmatizzate persino dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
D) Avvocato Santonastaso, un bel pasticcio?
R) E’ proprio così. Anche perché su 60 pagine, dalla stampa sono state sottolineate solo poche espressioni come “giornalista prezzolata” o «magistrato alla ricerca di pubblicità». Forse oggi non le userei più.
D) II problema è che quelle parole sono finite in bocca
a due boss della camorra.
R) La richiesta di rimessione la potevo fare solo per conto dei miei assistiti.
D) Ma poteva evitare di indicare i nomi dei giornalisti.
Adesso dovranno vivere sotto protezione.
R) Nell’istanza che è un atto giudiziario e non un bando ho citato tre articoli che lanciavano sospetti di collusione con la camorra su giudici e avvocati. Anche i cronisti dovrebbero misurare le parole.
D) E’ vero che ha lasciato la difesa dei suoi clienti a
causa delle polemiche?
R) La mia decisione nasce da una riflessione: le carte che ho depositato dimostrano che i collaboratori di giustizia subiscono pressioni e sollecitazioni e che quindi e impossibile una difesa serena.
D) Vuole scatenare altre polemiche?
R) No, ma mi lasci spiegare. I documenti provano che
numerosi pentiti, durante i processi, a cavallo delle udienze, erano in contatto tra loro, concordavano dichiarazioni accusatorie, riferivano di presunti accordi presi tra giudici e pm. E che fa la procura? Sembra che indaghi sulla mia istanza.
D) Ammetterà che il tono era sbagliato...
R) Probabilmente sì. Solo che a scrivere ero io e non i miei clienti. I Casalesi non hanno minacciato nessuno, non avrebbero potuto farlo tramite me. Non conoscevano neppure una parola della mia richiesta. L'ho terminata mercoledì notte, chiuso nel mio studio, e poi giovedì, l’ho letta in aula. Purtroppo le polemiche hanno oscurato la sostanza del mio lavoro. E ora sugli episodi che ho denunciato, compresa la vicenda che riguarda Berlusconi, c’è il rischio che non indachi più nessuno”.
( Nota di Ferdinando Terlizzi )
Nelle 60 cartelle lette dall’avvocato Santonastaso in aula per chiedere la legittima suspicione del processo d’appello – detto Spartacus – in favore dei suoi assistiti Francesco Bidognetti e Antonio Iovine, c'è chi ritene che non vi è una sola parola o un solo rigo di minacce nè contro i giornalisti né contro un preciso pubblico ministero.
Chi si faccia a leggere – ben collegando il cervello con la bocca – riporterà chiara l’impressione che vi è stata una interpretazione (affrettata, errata o voluta ) da parte di molti. La chiave di lettura di tutta l’istanza è raccolta nell’accusa dei due imputati nei confronti di chi ha manovrato i pentiti a proprio piacimento. Ma questo nessuno lo ha riportato o scritto… Per quanto riguarda l’ipotesi formulata dall’avvocato Santonastaso – che starebbero indagando contro di lui e non contro i sospettati di abusi vari – dobbiamo assolutamente dargli ragione e in proposito ci viene in mente il comportamento di un piemme della procura sammaritana degli anni Ottanta, il quale si scriveva lettere anonime e indagava a suo piacimento. Non solo – ma – appena riceveva una querela per diffamazione – specialmente contro un giornalista dell'epoca – iniziava immediatamente una indagine contro il querelante. Niente di nuovo sotto il sole caro avvocato Santonastaso…
Tra i vari organi di stampa, la notizia è stata riportata anche da Casertasette.
UNA VITA DA CATTIVI:
FRANCESCO SCHIAVONE
Con intervista all’avvocato Michele Santonastaso.-
Elaborazione e commenti a cura di Ferdinando Terlizzi
Per la Collana “Vita da Cattivi“, diretta da Giovanni Lucianelli, ( a cura di Simone Di Meo e Vittorio Falco ), è uscito il primo numero dell’opera, dedicato a Francesco Schiavone: Sandokan.
Mentre prosegue quella dedicata ai camorristi napoletani: finora sono usciti i numeri dedicati a Eduardo Contini ( il boss in smoking, con prefazione di Sergio De Gregorio ) e quello a Luigi Giuliano ( il re di Forcella, con prefazione dell’on. Michele Florino, componente dell’Antimafia).
I volumetti tascabili – in bella veste tipografica – sono editi dalla ForumItalia Edizioni di Napoli e sono pubblicati quali supplementi della rivista omonima diretta da Emilia Velardi Colasanti il cui vice direttore è Simone Di Meo ( giornalista e autore, tra l’altro, di un interessante volume: “L’Impero della Camorra” – Vita violenta del boss Paolo di Lauro, padrino di Secondigliano”. Per i tipi della Nuova Narrativa Newton.
Il piano dell’opera dei boss napoletani prevede volumi dedicati a:
1. Giuseppe Misso, il padrino scrittore;
2. Raffaele Cutolo, il creatore della NCO;
3. Vincenzo Mazzarella, il generale dell’est;
4. Ciro Mariano, il sovrano dei Quartieri spagnoli;
5. Pietro Lago, l’impero del calcestruzzo;
6. Carmine Alfieri, il capo della cupola;
7. Vincenzo Licciardi, il secondiglianese;
8. Angelo Nuvoletta, il mafioso della sampania;
9. Mario Fabbrocino, il boss dei due mondi;
10. Ciro Sarno, il sindaco di Ponticelli;
11. Valentino Gionta, gli affari dell’area Sud;
12. Francesco Mallardo, il mago delle evasioni;
13. Francesco Schiavone, l’esercito di Sandokan.
Per le guerre di camorra e i segreti delle cosche
14. Sconsigliano
15. Portici.Ercolano
16. Sanità
17. Ponticelli
18. Forcella
19. San Giovanni a Teduccio
20. I tesori dei boss
21. Il vocabolario dei camorristi
22. La camorra Spa
23. I misteri dei clan
Mentre per quanto attiene invece alla collana dedicata ai boss casertani i volumi annunciati sono oltre a quello di Francesco Schiavone – Sandokan
1. Antonio Bardellino
2. Francesco Bidognetti
3. Augusto La Torre
4. Michele Zagaria
5. Antonio Jovine
6. L’offensiva dello stato
7. L’omicidio di Don Peppino Diana
8. Il processo Spartacus e primi pentimenti
9. L’Impero dei Casalesi
10. L’affare rifiuti Spa
11. Gli eredi dei Casalesi
IL BOSS COL MITO DI NAPOLEONE
Cinque anni vissuti nell'ombra, senza mai lasciare la sua terra. Lontano dai riflettori della cronaca, vicino, vicinissimo, agli affiliati e alla sua famiglia. Poi, l’arresto del capo dei capi della camorra casertana e la rivalsa dello Stato sullo strapotere della camorra che a Casal di Principe, Caserta e San Cipriano d'Aversa ha i volti e i nomi degli esponenti del clan dei Casalesi. La cattura di Francesco Schiavone, 54 anni capo indiscusso dell’organizzazione criminale nata alla fine degli anni Ottanta sulla scia della disfatta del gruppo di Antonio Bardellino segnò l'inizio della controffensiva dell'Antimafia in Terra di Lavoro. Innamorato del mito di Napoleone, Francesco Schiavone viene definito dagli inquirenti “una mente criminale di primissimo livello”, capace di intessere rapporti di affari con la politica e con gli imprenditori, di gestire flussi economici di portata milionaria e di imporre il suo potere di capoclan feroce astuto su un territorio tanto vasto quanto ambito dai sodalizi più forti della camorra campana, godendo dell’appoggio di esponenti della vita politica locale. Il primo arresto di Sandokan risale al 1972, quando Schiavone aveva appena 18 anni. Fu fermato per detenzione abusiva di armi, ma già si sospettavano legami con la criminalità organizzata. Come il padrino mafioso Totò Riina, anche Schiavone iniziò da giovanissimo ad inseguire il sogno di diventare un uomo d'onore. Disposti a tutto, pur di arrivare a brillare nel firmamento dei boss. Privi di scrupoli, senza porre alcun limite nella ricerca del denaro e del potere. E come Riina, Schiavone non si separò mai dalla sua famiglia: concepì due dei suoi sette figli durante la latitanza, sfidando a viso aperto lo Stato. L'ultima. figlia nacque nel marzo del 1997 nella clinica Ruesch di Napoli. ( N.d.R. Un figlio si è sposato proprio l’altro giorno in concomitanza con il funerale di Michele Orsi). Ma non furono questi gli unici punti di contatto tra il boss dei Casalesi e il padrino di Cosa nostra. Schiavone e Riina condivisero la cella nel carcere dell’Asinara. Con loro anche Augusto La Torre (poi passato a collaborare con la giustizia) e Luigi Venosa entrambi ritenuti capi dei clan che da loro prendono nome e che, negli anni Novanta, si opporranno proprio ai casalesi.
27 marzo 2008
Processo Spartacus in appello
"Gestione poco chiara dei pentiti"
Minaccia in aula, parla l'avvocato
Michele Santonastaso ( di Giorgio Amadori )
Nell'aula bunker del carcere di Poggioreale a Napoli giovedì 13 marzo è scoppiato un putiferio. L'avvocato Michele Santonastaso. difensore dei boss della camorra Francesco Bidognetti e Antonio lovine, ha letto ai giudici, tutto d'un fiato, 60 pagine con cui chiedeva di trasferire, per legittimo sospetto, il processo Spartacus contro il clan dei Casalesi. Il legale ha snocciolato intercettazioni e documenti, sconosciuti ai più, per dimostrare come i pentiti concordassero tra loro le proprie testimonianze. Non basta. Nelle trascrizioni d quattro telefonate, un collaboratore di giustizia, Carmine Schiavone. come riportato da Panorama, riferiva di pressioni “per accusare Berlusconi”. Ma tutto questo è passato in secondo piano. Il motivo? L'avvocato Santonastaso ha commesso una ingenuità e ha firmato le sue accuse a giornalisti (tra cui Roberto Saviano. autore del saggio Gomorra ) e magistrati (in particolare il pubblico ministero Raffaele Cantone) per nome e per conto dei due boss che difendeva. E le carte segrete del difensore sono immediatamente diventate per media e inquirenti un attacco della camorra alle istituzioni. Risultato: una cronista citata nell'atto e finita sotto scorta e la procura ha affidato a un gruppo di magistrati l'incarico di ricostruire i fatti e verificare l'entità delle presunte minacce. Stigmatizzate persino dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
D) Avvocato Santonastaso, un bel pasticcio?
R) E’ proprio così. Anche perché su 60 pagine, dalla stampa sono state sottolineate solo poche espressioni come “giornalista prezzolata” o «magistrato alla ricerca di pubblicità». Forse oggi non le userei più.
D) II problema è che quelle parole sono finite in bocca
a due boss della camorra.
R) La richiesta di rimessione la potevo fare solo per conto dei miei assistiti.
D) Ma poteva evitare di indicare i nomi dei giornalisti.
Adesso dovranno vivere sotto protezione.
R) Nell’istanza che è un atto giudiziario e non un bando ho citato tre articoli che lanciavano sospetti di collusione con la camorra su giudici e avvocati. Anche i cronisti dovrebbero misurare le parole.
D) E’ vero che ha lasciato la difesa dei suoi clienti a
causa delle polemiche?
R) La mia decisione nasce da una riflessione: le carte che ho depositato dimostrano che i collaboratori di giustizia subiscono pressioni e sollecitazioni e che quindi e impossibile una difesa serena.
D) Vuole scatenare altre polemiche?
R) No, ma mi lasci spiegare. I documenti provano che
numerosi pentiti, durante i processi, a cavallo delle udienze, erano in contatto tra loro, concordavano dichiarazioni accusatorie, riferivano di presunti accordi presi tra giudici e pm. E che fa la procura? Sembra che indaghi sulla mia istanza.
D) Ammetterà che il tono era sbagliato...
R) Probabilmente sì. Solo che a scrivere ero io e non i miei clienti. I Casalesi non hanno minacciato nessuno, non avrebbero potuto farlo tramite me. Non conoscevano neppure una parola della mia richiesta. L'ho terminata mercoledì notte, chiuso nel mio studio, e poi giovedì, l’ho letta in aula. Purtroppo le polemiche hanno oscurato la sostanza del mio lavoro. E ora sugli episodi che ho denunciato, compresa la vicenda che riguarda Berlusconi, c’è il rischio che non indachi più nessuno”.
( Nota di Ferdinando Terlizzi )
Nelle 60 cartelle lette dall’avvocato Santonastaso in aula per chiedere la legittima suspicione del processo d’appello – detto Spartacus – in favore dei suoi assistiti Francesco Bidognetti e Antonio Iovine, c'è chi ritene che non vi è una sola parola o un solo rigo di minacce nè contro i giornalisti né contro un preciso pubblico ministero.
Chi si faccia a leggere – ben collegando il cervello con la bocca – riporterà chiara l’impressione che vi è stata una interpretazione (affrettata, errata o voluta ) da parte di molti. La chiave di lettura di tutta l’istanza è raccolta nell’accusa dei due imputati nei confronti di chi ha manovrato i pentiti a proprio piacimento. Ma questo nessuno lo ha riportato o scritto… Per quanto riguarda l’ipotesi formulata dall’avvocato Santonastaso – che starebbero indagando contro di lui e non contro i sospettati di abusi vari – dobbiamo assolutamente dargli ragione e in proposito ci viene in mente il comportamento di un piemme della procura sammaritana degli anni Ottanta, il quale si scriveva lettere anonime e indagava a suo piacimento. Non solo – ma – appena riceveva una querela per diffamazione – specialmente contro un giornalista dell'epoca – iniziava immediatamente una indagine contro il querelante. Niente di nuovo sotto il sole caro avvocato Santonastaso…
mercoledì 11 giugno 2008
In Campania non tutto è da buttare
"In Campania non è tutto da buttare" è il titolo dell'articolo pubblicato sul numero di Panorama Economy in edicola e scritto a quattro mani con il collega Gianluca Ferraris. Nella nostra regione, oltre alla crisi rifiuti, c'è anche altro. E parte di questo altro è dedicato proprio a contribuire alla risoluzione dell'emergenza.
giovedì 13 marzo 2008
La prima enciclopedia dedicata alla camorra
Dal Corriere Adriatico e dall'Associazione Cuntrastamu
Sarà presentata oggi, alle ore 12, nella Saletta rossa della storica Libreria Guida a Port'Alba, a Napoli, la prima enciclopedia della camorra napoletana. Si tratta di 25 volumi dedicati ai boss più temuti e potenti degli ultimi anni e alle faide che hanno insanguinato il territorio partenopeo. L’opera si intitola Le biografie criminali dei boss della camorra. La collana I Cattivi, a cura dei cronisti Simone Di Meo e Vittorio Falco e diretta dal giornalista Giovanni Lucianelli, si apre con la biografia criminale di Eduardo Contini, il padrino del centro storico di Napoli, inserito dal Viminale nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi d’Italia, capo incontrastato di un impero da centinaia di milioni di euro. La prefazione del primo volume è stata scritta dal senatore Sergio De Gregorio, autore di una famosa intervista al pentito di mafia Tommaso Buscetta sulla nave da crociera Monterey e attuale presidente della Commissione Difesa del Senato. Ogni volume sarà introdotto da una prefazione, che sarà affidata a esponenti del mondo politico, culturale e della società civile, che descriverà i tratti salienti del personaggio e i suoi contatti con la realtà partenopea. E' un’iniziativa - ha sottolineato Giovanni Lucianelli - che non ha intenti apologetici, al contrario: vogliamo raccontare l’attualità di un male che dilaga e che rappresenta uno dei cancri di un popolo che sta tentando, tra mille difficoltà, di risalire la china. Ed è probabilmente soltanto conoscendolo, che si potrà davvero batterlo.
In un contesto delinquenziale - hanno aggiunto Di Meo e Falco - mutabile e mutevole come quello partenopeo, in cui finanche le relazioni investigative sono in ritardo rispetto ai veri assetti dei clan di camorra, spesso si predilige raccontare dell’ambiente e poco dei personaggi. Abbiamo cercato di invertire la tendenza.
Sarà presentata oggi, alle ore 12, nella Saletta rossa della storica Libreria Guida a Port'Alba, a Napoli, la prima enciclopedia della camorra napoletana. Si tratta di 25 volumi dedicati ai boss più temuti e potenti degli ultimi anni e alle faide che hanno insanguinato il territorio partenopeo. L’opera si intitola Le biografie criminali dei boss della camorra. La collana I Cattivi, a cura dei cronisti Simone Di Meo e Vittorio Falco e diretta dal giornalista Giovanni Lucianelli, si apre con la biografia criminale di Eduardo Contini, il padrino del centro storico di Napoli, inserito dal Viminale nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi d’Italia, capo incontrastato di un impero da centinaia di milioni di euro. La prefazione del primo volume è stata scritta dal senatore Sergio De Gregorio, autore di una famosa intervista al pentito di mafia Tommaso Buscetta sulla nave da crociera Monterey e attuale presidente della Commissione Difesa del Senato. Ogni volume sarà introdotto da una prefazione, che sarà affidata a esponenti del mondo politico, culturale e della società civile, che descriverà i tratti salienti del personaggio e i suoi contatti con la realtà partenopea. E' un’iniziativa - ha sottolineato Giovanni Lucianelli - che non ha intenti apologetici, al contrario: vogliamo raccontare l’attualità di un male che dilaga e che rappresenta uno dei cancri di un popolo che sta tentando, tra mille difficoltà, di risalire la china. Ed è probabilmente soltanto conoscendolo, che si potrà davvero batterlo.
In un contesto delinquenziale - hanno aggiunto Di Meo e Falco - mutabile e mutevole come quello partenopeo, in cui finanche le relazioni investigative sono in ritardo rispetto ai veri assetti dei clan di camorra, spesso si predilige raccontare dell’ambiente e poco dei personaggi. Abbiamo cercato di invertire la tendenza.
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