lunedì 11 gennaio 2010

A Napoli il primo forum sulla "buona sanità": "Non dimenticare le eccellenze della Campania"

“Scrivere di buona sanità a Napoli non è stato difficile: le eccellenze a livello mondiale presenti in città e nella regione sono spesso offuscate dalle cattive notizie. Eppure in settori come la cardiochirurgia siamo all’avanguardia: è importante che i cittadini lo sappiano, per evitare che si affidino ai viaggi della speranza”. Giovanni Lucianelli, autore del volume “Buone notizie da Napoli” (Forumitalia Edizioni, in vendita nelle librerie e nelle edicole a 10 euro), ha introdotto così il forum sulla buona sanità che si è tenuto oggi presso la libreria Treves in Piazza del Plebiscito.

“In Campania c’è umanità e competenza”, ha affermato Gabriella Cundari, assessore regionale alle Politiche del Territorio. “Tra il medico e il paziente si viene a creare un forte vincolo: raccontare buone notizie, come avviene in questo volume, è fondamentale”.

“Abbiamo istituito un premio sulla buona sanità e abbiamo in programma tante altre iniziative”, ha ribadito Gabriele Peperoni, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Napoli. “Sappiamo di avere ottimi medici, ma c’è sempre più bisogno di sostenerli con strutture all’avanguardia e reparti organizzati nel migliore dei modi”.

A moderare l’incontro lo scrittore napoletano Simone Di Meo, autore della prefazione di “Buone notizie da Napoli”: “Sono tanti gli episodi che si discostano dall’idea di delinquenza, di malasanità e di criminalità che contraddistinguono la nostra regione: l’obiettivo è continuare a metterli in luce”.

Al forum hanno partecipato alcuni protagonisti di storie di “buona sanità”, autori di grandi gesti nell’ambito della loro professione. Secondo Carlo Vosa, direttore della Cardiochirurgia del Secondo Policlinico, “La nostra città potrebbe essere una capitale europea nel campo sanitario. Il problema è che la Campania progredisce troppo lentamente: è inammissibile, ad esempio, che vi siano ancora strutture con stanze da cinque letti”.

Paolo Rubino, responsabile del Laboratorio di Cardiologia Invasiva della Clinica Montevergine di Mercogliano, dal canto suo, ha posto l’accento sulle problematiche del rapporto con la politica: “Da parte delle istituzioni c’è poco interesse verso i medici: con una maggiore organizzazione sarebbe possibile creare una rete cardiologica campana, con benefici evidenti per i pazienti”.

Gli fa eco Claudio Vitale, primario di Neurochirurgia all’Ospedale Cardarelli di Napoli: “Chiediamo maggiore attenzione e organizzazione. Le amministrazioni degli ospedali sono costrette a reperire i fondi senza il sostegno delle istituzioni”.

Giuseppe Caianiello, responsabile della Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Monaldi di Napoli, ha, invece, rimarcato le difficoltà quotidiane a cui vanno incontro i cittadini stranieri: “C’è troppa diffidenza nei loro confronti, anche a causa di quanto l’opinione pubblica recepisce dai media”.

Pierluigi Cerato dell’assessorato regionale alla Sanità, si è soffermato sui conti del comparto in Campania: “Il nostro è un deficit ‘misterioso’: la sanità della nostra regione è come un acquedotto con enormi perdite. Il problema reale è che, allo stato, manca un modello organizzativo”.

All’incontro sono intervenuti anche esponenti della società civile che hanno raccontato il loro contributo di esperienze. Francesco Verde, con l’associazione “Gelsomina Verde”, ha promosso l’iniziativa “Un clown per amico”, “Finalizzata a portare messaggi di positività, attraverso la clown-terapia, ai bambini che si trovano negli ospedali”.

Francesco Emilio Borrelli, ex assessore alla Provincia di Napoli, ha sottolineato “L’importanza di avere una sanità che sia pubblica e aperta a tutti: seguire modelli, come quello americano, che prevedono la privatizzazione del comparto, potrebbe rivelarsi un errore fatale”.

Lucio Giacomardo, docente dell’Università Federico II di Napoli, ha rimarcato come i dati dimostrino che i casi di buona sanità sono di gran lunga superiori ai singoli episodi di malasanità, anche se la percezione proveniente dai media farebbe pensare al contrario. “Solo il 31% delle richieste di risarcimento danni da presunta malasanità, infatti, viene poi riconosciuto dalla magistratura, il che evidenzia che i due terzi dei reclami sono ingiustificati”.

Al forum di questa mattina hanno preso parte anche Carlo Gambalonga, vicedirettore vicario dell’Ansa, Flora Beneduce, primario degli Ospedali di Vico Equense e Sorrento e Domenico Labonia, responsabile dell’unità coronarica dell’Ospedale di Torre del Greco.

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