E' davvero una bella storia,
quella della galleria Borbonica di Napoli. Una storia di un luogo strategico
della città, poi a lungo abbandonato e riscoperto oltre 8 anni fa da due
speleologi che, inviati dal Commissariato di Governo per l'Emergenza Sottosuolo
ad effettuare un rilievo nella zona, hanno intuito che oltre quella coltre nera
di detriti che gli si parò davanti in quell'anfratto nella zona di via Morelli,
ci poteva essere dell'altro.
Prima, però, facciamo un
passo indietro. Secondo quanto racconta la guida “Napoli insolita e segreta”,
di Valerio Ceva Grimaldi e Maria Franchini pubblicato di recente dall'editore
Jonglez (disponibile in tutte le librerie), il Tunnel (nella foto resa disponibile dalla Galleria Borbonica) fu voluto da Ferdinando
II di Borbone, che nel 1853 incaricò l’architetto Errico Alvino di progettare
un passaggio strategico sotto il Monte Echia, tra il Palazzo Reale e Piazza
Vittoria. Il passaggio permetteva alle truppe acquartierate nella caserma di
via Pace (caserme ancora presenti, nell'attuale via Domenico Morelli) di
raggiungere rapidamente la Reggia e, nel contempo, alla famiglia reale di
sfuggire ad eventuali invasori. Nel corso dei lavori Alvino incontrò molti
ostacoli, in particolare alcune cisterne ancora in uso che non potevano essere
di certo rimosse o chiuse, pena lo stop all'approvvigionamento dell'acqua in
alcuni edifici presenti sulla collina di Monte Echia. E così pensò bene di
costruire dei ponti sotterranei, una mirabile soluzione che gli permise di superare
il problema e proseguire lo scavo della galleria. Il Tunnel, lungo 431 metri , arrivò fin
sotto Piazza Carolina, in un cortile alle spalle del colonnato di Piazza del
Plebiscito, poi i lavori furono interrotti, per ragioni economiche (sprechi di
denaro ed opere incompiute non hanno età, evidentemente), ma anche per i
sopravvenuti cambiamenti politici. Durante la seconda guerra mondiale parte
della galleria e delle cisterne abbandonate furono trasformate in ricovero
antiaereo provvisto di impianto elettrico e servizi igienici. Successivamente,
e fino al 1970, gli spazi furono utilizzati come deposito giudiziale comunale,
dove vennero lasciate decine di auto e moto sequestrate (ancora visibili).
E così arriviamo ai giorni
nostri. Il luogo è stato del tutto ripulito, ed ora “vive” attraverso le
numerose iniziative culturali che vi si svolgono, e alle visite che sono
organizzate, in piena sicurezza, il venerdì, il sabato e la domenica.
Scegliendo il percorso denominato “avventura” dai responsabili dell'associazione
Borbonica sotterranea, sarà così possibile inoltrarsi in una galleria cieca,
costruita al termine degli anni '80 per una linea metropolitana progettata in
occasione dei mondiali di calcio del 1990 e mai completata. La galleria è ora
parzialmente allagata dall'acqua, che s'infiltra nel sottosuolo, e viene
attraversata su una zattera. Il tutto, nel totale silenzio e a circa 15 metri esattamente al di
sotto dell'affollata e notissima piazza Plebiscito.
E così, da luogo
completamente abbandonato e destinato al degrado più completo, da qualche anno
la galleria Borbonica è rinata grazie alla passione dei due speleologi
“scopritori”, Gianluca Minin ed Enzo de Luzio (presidente e vicepresidente
dell'associazione), e a quella dei volontari che tuttora collaborano alla
gestione, diventando una risorsa per l'intera città. Il Tunnel è visitato da
migliaia di turisti ogni anno, dà lavoro a una ventina di ragazzi che accolgono
i visitatori in tre lingue, conducendoli attraverso le cisterne, i tunnel e
finanche, per chi sceglierà il percorso “speleo”, permetterà loro di
trasformarsi in emuli di “Indiana Jones” con tanto di tuta speleologica,
caschetto e torcia, facendo provare l'emozione di superare un'enorme cisterna
correndo su un ponte tibetano sospeso a sei metri d'altezza. Ma non finisce
qui. L'associazione che gestisce il Tunnel sta continuando a ripulire il
sottosuolo, e a brevissimo aprirà al pubblico l'ultima scoperta: il rifugio
dove si riparava dai bombardamenti della seconda guerra mondiale l'attuale presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano.
L'impegno, però, continua:
chiunque voglia volontariamente collaborare alla campagna di scavo e di
ripulitura dei cunicoli e dei rifugi ancora invasi dai detriti è assolutamente
benvenuto. Chi vuole dare una mano può scrivere a mail@tunnelborbonico.info o visitare www.tunnelborbonico.info.