venerdì 4 giugno 2010
"Noi adottiamo un bimbo rom"
Favorire l'integrazione dei bambini rom e abbattere gli stereotipi esistenti nei confronti del popolo rom. Con queste finalità è stato sottoscritto, oggi in Prefettura, il protocollo d'intesa 'Noi adottiamo un campo rom'. A firmare il documento, il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, in qualità di commissario delegato per l'emergenza insediamenti comunità nomadi, la presidente del comitato regionale Unicef, Margherita Dini Ciacci, e i dirigenti del X Circolo didattico 'Ilaria Alpi' di Scampia, dell'Itc 'Galiani' di via Don Bosco, della scuola media statale 'Capasso', dell'Istituto comprensivo 'Sancia D'Angio" di Trecase, scuole che si trovano nelle vicinanze di campi rom. Il progetto come spiegato dal prefetto Pansa "rientra nelle iniziative volte ad affrontare il tema dei nomadi e, in particolare, i problemi dei bambini rom che vanno a scuola e mira a promuovere tutte quelle iniziative volte a incentivare la frequenza nell'ambito delle attività scolastiche dei bambini nomadi e, allo stesso tempo - ha aggiunto - a rendere i rapporti tra scuola e bambini più facili". Un progetto che, dunque, coinvolge istituzioni, scuole e l'Unicef territoriale nell'ambito delle loro specifiche competenze. Un'iniziativa che la presidente Unicef Campania intende portare all'attenzione dell'assemblea dell'organizzazione, il prossimo 19 giugno, con l'obiettivo di promuovere simili azioni anche in altre regioni. "Nei confronti dei rom - ha detto Dini Ciacci - c'é una forte chiusura mentre è importante promuovere l'integrazione e l'interazione tra i nostri figli e i bimbi rom perché il destino della nostra città è legata, inevitabilmente, al meticciato". Il progetto mira a configurarsi come una vera e propria "operazione d'amicizia" tra napoletani e rom partendo dai bambini che frequentano le scuole partenopee e della provincia perché come sottolineato da Annamaria Sessa, dirigente dell'Itc Galiani, "la scuola deve assolvere al suo compito di formazione e promozione umana prima che gli stereotipi diventino più spessi perché l'integrazione deve partire dai banchi di scuola". I plessi coinvolti avvieranno laboratori artistici, linguistici, culturali in cui gli studenti creeranno oggetti della nostra e della loro tradizione e cultura che saranno poi presentati durante una mostra pubblica. Ma non solo. Saranno promosse giornate "del cibo multietnico" che coinvolgeranno le mamme rom e quelle napoletane nella preparazione dei cibi della terra di appartenenza e saranno anche promosse manifestazioni sportive. Laboratori a cui, durante tutto l'anno scolastico, sarà affiancata la trattazione del tema dell'integrazione razziale che costituirà il leit motiv dell'intero percorso didattico e dell'offerta formativa.
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