lunedì 28 giugno 2010
Un fumetto sul racket vince il concorso "Pizzo e Usura"
E' un fumetto sul racket, realizzato dagli Nicola Massimo, Valentina Alescio e José Sorvillo a vincere il concorso "Pizzo e Usura" bandito dall'Ascom di Napoli per l'istituto d'arte napoletano 'Umberto Boccioni'. Ad annunciarlo, oggi, il commissario dell'Ascom napoletana Tullio Nunzi e il dirigente scolastico del 'Boccioni', Filippo Merola alla presenza del presidente della Camera di Commercio di Napoli Maurizio Maddaloni e del presidente della Commissione Politiche sulla sicurezza e legalità della Confcommercio nazionale Luca Squeri. Il lavoro dei tre ragazzi, una trasposizione in fumetto due story board forniti dall'associazione dei commercianti partenopei aventi come oggetto le vicende usuali di pizzo ed usura, è stato valutato da una apposita commissione. "Si tratta - ha detto Nunzi - di una delle tante iniziative che abbiamo messo in campo come Ascom e che culmineranno a breve con l'approvazione di un nuovo statuto che preveda l'obbligo per l'associazione di costituirsi parte civile laddove un socio denunci presso i suoi sportelli fenomeni di usura o di pizzo". "Una formula già sperimentata in Sicilia, - aggiunge Nunzi - dove abbiamo contribuito a far arrestare tanti mafiosi". Investire sui giovani quindi anche attraverso il messaggio dell'arte, come ha sottolineato Maddaloni, può rappresentare "un'idea vincente su cui puntare anche in futuro. La criminalità organizzata è un carcinoma maligno con metastasi estese ovunque. Che non uccide una singola impresa ma tutti noi, imprenditori e cittadini". L'iniziativa, ha spiegato Squeri, rientra nel solco già tracciato dal protocollo d'intesta siglato tra Confcommercio e ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per la promozione della cultura e della legalità nelle scuole, intesa nelle sue diverse declinazioni. "I costi sostenuti dalle imprese tra commercio e pubblici esercizi per la criminalità - ha concluso Squeri - ammontano nel Sud al 4,7% del valore aggiunto prodotto dal settore nel Mezzogiorno, 2,1 miliardi di euro ovvero quasi la metà dei costi sostenuti in tutta Italia ovvero 5,2 miliardi pari al 2,5% del valore aggiunto. In breve, un onere aggiuntivo per ogni impresa di circa 3000 euro al mese".
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