Finalmente una buona notizia per i pensionati che, negli
ultimi anni, a causa della crisi
economica, hanno dovuto stringere la cinghia: a tre anni di distanza
dall'ormai celebre riforma Fornero, il 2014
regalerà degli aumenti che, seppur minimi, rappresentano, almeno, un piccolo
segnale incoraggiante per il futuro.
Diciamo subito che la legge di stabilità ha contemplato unicamente la rivalutazione per
i trattamenti fino a 2000 euro lordi e che il loro adeguamento è stato
calcolato sull'incremento dei prezzi riguardante i primi nove mesi dell'anno,
pari a circa l'1,2 per cento.
Il meccanismo del calcolo della rivalutazione sarà
decrescente: solo le pensioni lorde che
superano di tre volte il trattamento minimo (495,40), entro quindi la soglia di
1486,20, potranno godere dell'incremento del 100 per cento; quelle
corrispondenti a quattro volte il minimo (1981,70), potranno beneficiare del 95
per cento; fino a 2477 euro, l'aumento sarà del 75 per cento. Per le pensioni che superano di sei volte il
trattamento minimo (2972), invece, l'incremento si fermerà al 45 per cento.
Questa procedura di rivalutazione
dovrebbe rimanere in vigore, salvo modifiche o altre riforme, fino al 2016.
Facendo quattro conti, l'aumento delle pensioni non sarà, comunque, di quelli esaltanti:
per esempio, chi percepisce ora un trattamento di circa 500 euro al mese,
l'incremento sarà di circa 6 euro; chi adesso prende una pensione di circa 900
euro, potrà beneficiare di un aumento di circa 10,8 euro al mese.
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