
Si terrà venerdì 22
novembre la quarta edizione della riuscitissima kermesse “Arte e moda prendono
forma” ideata dal pubblicitario Ludovico Lieto e organizzata da Visivo Comunicazione.
Scenario esclusivo
dell’evento sarà per la terza volta il Tunnel Borbonico: le profondità del
sottosuolo napoletano faranno da cornice a quadri moda e performance artistiche
dal vivo, alla scoperta di uno straordinario viaggio nella Napoli “di sotto”.
Per questa edizione speciale di “Arte e Moda prendono forma” verrà prolungato
il percorso di visita che arriverà fino ai ricoveri bellici della II Guerra Mondiale,
occasione unica per ammirare l’affascinate tunnel sotterraneo riportato alla
luce grazie al continuo lavoro dell'Associazione Culturale Borbonica
Sotterranea di Gianluca Minin e Enzo de Luzio, e che per una notte si
trasformerà con luci colorate ed effetti speciali. Prestigiose ed esclusive
aziende di moda mostreranno al pubblico le loro collezioni attraverso “quadri
moda” e shooting fotografici live, accompagnati da performance musicali ed
artistiche eseguite dal vivo, evidenziando la relazione tra l’arte e la moda.
Oltre la moda infatti è prevista una mostra collettiva di pittura, scultura,
fotografia, visual design e performance art
a cura di Valeria Viscione, ideatrice del progetto artistico
sperimentale “Visivo”. Parteciperanno alla collettiva: Matteo Anatrella, Rosa
Borreale, Carmine Cannio, Daniela Cicatiello, Fix Stefania Ciccarella, Hodselle
Harrison, Nunzio Meo, Le Pietre Vivono, Vittoria Piscitelli, Antonio Sullo.
Un sezione speciale
della mostra sarà dedicata alla proiezione del “Video art” del fotografo Pietro
Menditto e agli artisti Bruia e Giuseppe Tuzzi che presenteranno in anteprima
assoluta delle opere d’arte ispirate a due noti personaggi del mondo dello
spettacolo, di cui per ora non sveliamo i nomi.
Molte ancora le
novità di questa quarta edizione incentrata sulle nuove tendenze dell’arte
contemporanea e sulle performance dal vivo con forte impatto sul pubblico: in
scena una esibizione di teatro sperimentale eseguita dai Funneco; verranno realizzati dei body painting dal vivo a cura dell’artista
Giuseppe Tuzzi e dei Fabo “face & body painting”: Enzo Esposito e Marzia Di
Somma; per l’occasione il pubblico potrà assistere allo svolgimento di
shooting fotografici dal vivo con temi differenti a cura di: Giorgio Attanasio,
Matteo Anatrella in collaborazione con la fashion designer
Annarita Mattei e Fernando Alfieri accompagnato dagli allievi del corso
di fotografia del C.S.F.
A completamento del
ricco programma dell’evento verrà realizzato un percorso olfattivo e
multisensoriale “Dark Royal Purfums” a cura di Profumo emozioni olfattive sul
tema "dark".
Partners
dell’iniziativa: Officine, Profumo emozioni olfattive, Matvila, Studio Mangini,
Credem promotori finanziari, Yamaha Motoroma, Ramas, Giappo, Paco&Co
Parrucchieri, Sorrentino Vini, Eden Banqueting, C.S.F. Formazione e Mediazione.
Perché la famiglia si costruisce in due, perché i figli non sono solo di competenza della donna, perché una genitorialità davvero condivisa, aiuta i bambini e le bambine ad avere una visione meno stereotipata dei ruoli in casa, facendoli, a loro volta, crescere meglio.
Ma cosa può fare un neo padre che voglia partecipare alla cura dei suoi figli fin dalla loro nascita?
Può chiedere i permessi di allattamento, anche lui! Sarebbe interessante chiedersi quanti siano i padri che abbiano chiesto questa misura di sostegno alla genitorialità. Possiamo ipotizzare che non siano proprio molti (anche se in aumento) e, certo, non (solo) per colpa loro. Resistenze culturali, sfottò dei colleghi, stereotipi che pendono anche sul capo dei padri, degli uomini che si sentono giudicati come meno “virili” se scelgono la famiglia, invece del lavoro.
E i datori di lavoro come si comportano quando un papà chiede i permessi di allattamento?
In Sardegna, un paio di anni fa, in una coppia in cui l’uomo fa il poliziotto e la donna la casalinga, sono nat* due gemellin* (alcuni articoli parlano di gemellini, altri di gemelline, ma non ha importanza).
Il papà ha chiesto al datore di lavoro (il Ministero dell’Interno) i permessi di allattamento per un* sol* dei bambin*, per non mancare troppe ore al lavoro, ma desideroso di stare accanto alla moglie, conscio che crescere due gemell* e prendersi cura di loro è un lavoro immane, che si aggiungeva a quello che la donna svolgeva già in casa.
E’ difficile agire contro una decisione del proprio datore di lavoro. E’ difficile normalmente e ancor più in tempi di crisi e maggiormente ancora se sei consapevole del fatto che, senza il tuo lavoro, la famiglia che hai costruito finirebbe in rovina.
E allora che fare? Il poliziotto (che, non lo nego, gode della mia simpatia) si è rivolto alla Consigliera di parità della Provincia di Cagliari che si è rivolta al TAR della Sardegna e ha vinto. E ora il Ministero dovrà pagare lo stipendio di ogni singolo giorno di permesso che il padre non ha potuto usufruire, visto che ormai sono passati due anni da quando glielo aveva negato.
Ha vinto. Una vittoria, una sentenza che “farà la storia”: sancisce la parità tra i due genitori nell’importanza che entrambi rivestono nella crescita dei figli.
E’ tutta bella questa storia e regala molte speranze.
C’è un uomo desideroso di fare il padre e di stare accanto alla compagna durante l’allattamento dei bambini. C’è un uomo che non si arrende di fronte al diniego del suo datore di lavoro dei permessi richiesti.
C’è un’Istituzione (la Consigliera di Parità della Provincia) che risponde, si attiva e porta avanti con successo una istanza sacrosanta.
C’è una speranza per i lavoratori che subiscono ingiustizie e che non osano, per timore di perdere il posto, provare a far valere i loro diritti.
C’è la pubblicazione della sentenza del TAR il 25 novembre 2013, giornata in cui nel mondo si parla di violenza di genere. Quasi un “simbolo”, un modo per dichiarare che la violenza di genere si elimina anche portando una più equa ripartizione del lavoro di casa e di cura dei bambini all’interno delle famiglie, in modo da offrire modelli di donne e uomini, di madri e padri, di genitori più rispettosi e meno “imposti”, per lasciare ai genitori la libertà di scegliere se e come partecipare all’avventura appena iniziata della cura dei propri bambini.