Dai grandi imprenditori alle piccole realtà rampanti, dai prodotti nati da terre sequestrate alla camorra alla ragazza proveniente dal Mali che ha lavorato come colf per pagarsi un corso post-laurea e tornare nel proprio paese d’origine a esercitare come avvocato in difesa delle donne. Napoli e la Campania sono ricche di storie a lieto fine che stridono con l’immagine stereotipata di una regione troppo spesso presa in considerazione solo per raccontarne gli aspetti negativi. E’ Giovanni Lucianelli, giornalista napoletano, a evidenziare queste storie di una Napoli diversa, magari meno conosciuta, nel volume “Buone notizie da Napoli”, ForumItalia edizioni, con la prefazione dello scrittore napoletano Simone Di Meo. Il libro è diviso in sei sezioni – sanità, solidarietà, ambiente, tecnologia, cultura & lavoro, economia – che raccontano un importante spaccato della realtà napoletana. E’ così possibile scoprire come, in un momento di crisi finanziaria e in un’economia storicamente “difficile” come quella napoletana, le notizie migliori arrivino per quei soggetti che normalmente sono messi più ai margini del sistema produttivo: donne, giovani, immigrati. La Campania si dimostra invece una regione dove il lavoro è “rosa”, contando più del 10% delle imprese femminili, per un numero che supera quota 130.000 aziende. Napoli è la terza provincia d’Italia per imprese guidate da donna, e anche Avellino fa la parte del leone in questa speciale graduatoria, visto che il 35% delle aziende nel suo territorio è “rosa”. Inoltre, il capoluogo partenopeo si inserisce al primissimo posto nella graduatoria delle imprese condotte da titolari che hanno meno di 30 anni. E c’è chi, come Paolo Scudieri, riesce ad affermare nel mondo il gusto dell’imprenditoria sana e vincente, capace di offrire, con la sua “Adler group holding”, nuove occasioni di lavoro nel Meridione, senza aiuti di Stato e finanziamenti a pioggia.
Da ItaliaOggi, 23/02/2010
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